Nel diario del nostro Andrea Vignolini il racconto della tre giorni trascorsa con Federico Sartoni a Disneyland Paris.
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Una valigia sul pavimento, idee confuse e un telefono che suona: “Andrea, sono Federico devi passare in radio a prendere una valigia con del materiale tecnico per la diretta”, stasera gioca pure la Fiorentina, ma sarà per lo scarso appeal della gara, il Pandurii sembra il Pontassieve, oppure perché ho già la testa a Disneyland Paris, non me ne frega niente. Preferisco passare in radio visto che il mio grande amico ed eccellente collega Federico Sartoni, mi ha appena dato una pessima notizia: ci sono da portare due valige di materiale tecnico, una a testa oltre il nostro bagaglio, il mio sarà minimal, ho deciso, però che porterò tablet e pc, qualcosa da documentare ci sarà senz’altro.
Scelgo: giacca viola di velluto (il colore autoctono va sbandierato a giro per il mondo), un paio di gilet, tre camice, jeans neri e un abito (che non userò ma questa è un’altra storia), scarpe comode, intimo e altri accessori.
La mattina la sveglia suona presto: 6:30, come ogni venerdì di diretta, niente di nuovo, solo che stavolta non mi fermo in viale dei mille 111, vado oltre, decisamente oltre. Destinazione Disneyland Paris, non ci sono mai stato, una volta alla fine degli anni ’90 preferii finire di visitare Parigi, dicendomi “tanto prima o poi ci torno”, sono passati quasi 15 anni… però vuoi mettere, ci torni per farci una diretta radio, non so cosa dovrò dire, chi mi aspetta, ho letto delle mail, ho scaricato degli allegati, non ci ho prestato la minima attenzione, la prima diretta è sabato alle 14, c’è tempo…
Doccia veloce, caffè e profumo di pane tostato con marmellata e ricotta, giusto il tempo di prendere le due valige e chiamare un taxi, arriva subito, salgo su e guardo la radio che ascolta, lo faccio sempre quando ho a che fare con i tassisti: Virgin. “Beh, sempre meglio di tante altre”, mi dico.
Firenze Santa Maria Novella arriva presto, compro La Nazione (non ne leggerò nemmeno una pagina), arriva Federico, ci ritroviamo seduti a fianco sul Frecciarossa: pc, caffè, cellulari, giornale e tablet, facciamo rotta verso Parigi. Organizziamo i collegamenti: 8:30 e 9:30 qualcuno in diretta, qualcuno registrato, poi ci concentriamo sui contenuti delle nostre dirette, inizio a capire qualcosa, mi documento su Disneyland Paris e scopro che si chiama così e non “Eurodisney”, che ci sono le “attrazioni” e non le giostre, che Main Street si chiama così perché Walt Disney viveva in Missouri all’inizio del ‘900 ed ogni parco Disney ripercorre anche la sua storia.
Tra collegamenti al telefono e registrati, non arriviamo a termine ma a Termini, la stazione di Roma ci accoglie con il suo caos, raggiungere il binario 23 è complesso tra la gente, con due valige e la borsa del pc. Convalido i biglietti e perdo la copia de La Nazione ancora intatta, ci ritroviamo tra turisti di ogni angolo del pianeta che raggiungono l’aeroporto di Fiumicino in treno, Federico fa un collegamento al telefono, io sistemo la pagina facebook di RDF 102.7, dovremo postare foto, video, audio. Qualcosa abbiamo già postato ma ancora è niente…
Il tapis roulant è una meravigliosa invenzione, non ti fa inveire per la fatica e ti porta al terminal con grande facilità: arriviamo pronti per l’imbarco, stampiamo la carta d’imbarco al secondo tentativo, coda e imbarco bagagli. Al desk l’addetta si stupisce: “Scusi lei ha un biglietto staff, ma va ad un convegno?” avrei voluto rispondere “Si i relatori sono Bambi, Topolino e Minnie” ma mi limito ad un semplice “E’ un viaggio stampa”, quella insiste, “che codice le hanno detto di inserire?”, io penso che sia uno scherzo, però rispondo “Guardi, non ne so niente…” anche Federico, al desk accanto è alle prese con il misterioso ‘biglietto staff’, risolvono la questione con una telefonata e ci lasciano andare, bene, procediamo spediti all’imbarco così poi possiamo prenderci del tempo.
Ai nastri di controllo ci danno subito una brutta notizia: “Ragà, se avete computer e tablet, svuotate tutto”, il signore romano del Testaccio, ci invita gentilmente a svuotare tutte e due le borse delle apparecchiature per la diretta, in pochi minuti le vaschette si riempiono di pc, tablet, cellulari, vestiti, fili, microfoni, trasmettitori e… il mixer della diretta per la gioia del sopracitato signore, “Ahò che figo sto’ mixer, me recorda quando mettevo la musica io… troppo forte”, poi iniziano le domande di rito sulla radio. RDF 102.7 forte, ma dove se sente sta’ radio? che fate? n’do annate? a Disneyland Paris… forte!”, io impreco, impreco e impreco ancora perché ci impieghiamo 10 minuti per rimettere a posto tutto, in disordine ma a posto, e poi dobbiamo stare attenti a non lasciare niente.
Finalmente seduti, finalmente aspettiamo il volo, un po’ di telefonate, ancora qualche collegamento e qualche ultimo aggiornamento su facebook prima di partire per Parigi. L’attesa vola via, così come il volo stesso, io ne approfitto per leggere delle rassegne stampa arretrate, consultare la mappa di Disneyland Paris e farmi una partita a Monopoli per entrare nel clima ludico. Atterati a Charles De Gaulle, ammiri un aeroporto formidabile dove la pista passa sopra strade e ferrovie, è bellissimo vedere la coda degli aerei mentre siamo in autostrada sul van che ci porta a Disneyland Paris, con noi ci sono delle colleghe di Rai Gulp e Sky, quest’ultima ha con sé il figlio un bambino di 6 anni, molto simpatico ed emozionato… è giusto così in fin dei conti Disneyland è il sogno di tutti i bambini.
Ci lasciano in albergo, alla reception ci accoglie l’ufficio stampa di Disney e quello di AirFrance, facciamo il check e via in camera, l’hotel New York è ispirato alla grande mela e alla storia di Topolino, le trapunte dei letti, nella camera spaziosa, riportano proprio l’icona di Mickey Mouse. Abbiamo appuntamento a cena alle 20:30 e ci troviamo alle 16:30 con un po’ di collegamenti da fare, gli ultimi, e un po’ di tempo libero, ma dobbiamo sbrigarci, la luce andrà via alla svelta. Usciamo dall’albergo e seguendo un percorso puramente a caso ci ritroviamo in mezzo alle auto, sulla strada principale, qualche bus ci suona e ci fa capire che non dovremmo stare lì, solo la sera stessa capiremo che c’è un percorso interamente pedonale… vediamo la fermata del TGV, l’alta velocità francese che ferma a Disneyland Paris, e quella della RER che in 30 minuti ti porta a Parigi.
Entriamo dentro: prima fotografiamo il cancello, il Disneyland Hotel ed eccoci su Main Street proprio mentre cala la sera e le foto con il tablet non le puoi più fare, intanto nevica, anche se in realtà è neve artificiale realizzata con il sapone, ma l’effetto rende bene. Passare dai 20 gradi di Roma al freddo di Disneyland Paris e agli addobbi di Natale… fa un certo effetto, ma ti abitui. Main Street è piena di negozi dove si vende di tutto a marchio Disney: dalla cornice per le foto, alle penne, ai vestiti ispirati a tutti i personaggi. Raggiungiamo la Central Plaza dove davanti a noi si staglia il castello della Bella Addormentata e raggiungiamo le attrazioni, il parco è poco illuminato e senza la mappa non capiamo dove andare, ci affidiamo al caso…
“Fede, cosa vuoi provare?”, “Tutto tranne le montagne russe” mi risponde mentre è al telefono a realizzare l’ennesimo collegamento della giornata, io prendo la palla al balzo e mentre vedo davanti a me una sorta di tendone da circo con su scritto “Space Mountain” mi fiondo dentro, Federico mi segue, non so dove stiamo andando, l’idea di vagare per Disneyland Paris mi affascina, appena arriviamo chiedo all’addetta se sono montagne russe reali o virtuali, le mi risponde stizzita, “Reali, macché virtuali!”. Bene, proseguiamo in un tunnel pieno di gente, dieci minuti di fila e appare davanti a noi il classico treno delle montagne russe. Federico non vuole, “Sei uno stro…o! Ma come mi fai fare le montagne russe!” (Poi il giorno dopo preso dalla foga, le rifarà!), partiamo, all’interno di un tunnel e dopo un breve saliscendi, il treno si ferma su una rampa in salita, le montagne russe sono al coperto e al buio, nemmeno il tempo di rifletterci su che il treno schizza a tutta velocità fino alla fine della salita poi subito la discesa, non si vede niente, non si sa dove va il treno, discese velocissime e due giri della morte al buio, pura adrenalina, non siamo al livello di altre attrazioni in altri parchi divertimento ma è comunque interessante. Con lo stomaco sottosopra, per fortuna non abbiamo mangiato granché, attraversiamo Disneyland Paris con le luci della sera, siamo praticamente soli e al buio, un’atmosfera intima, peccato per la compagnia, rimpiango mia moglie.
All’improvviso il Castello della Bella Addormentata si illumina, partono i fuochi d’artificio e i getti d’acqua dal laghetto antistante, sulla facciata del castello vengono proiettate le animazioni con i personaggi Disney, un vero e proprio film di animazione sulla facciata di un castello, esorbitante!
Ammiriamo lo spettacolo, bellissimo, coinvolgente e sorprendente perché non sai cosa può succedere un attimo dopo l’altro tra fuochi d’artificio, animazioni, musica e i getti d’acqua che volano verso il cielo di Disneyland Paris. Lasciamo Central Plaza e torniamo in albergo, attraversando una vera e propria strada commerciale dove non manca niente: Starbucks, Planet Hollywood ed una miriade di negozi Disney e ristoranti.
La sera ci troviamo con gli altri 1.798 colleghi provenienti da ogni angolo d’Europa: dalla Russia alla Spagna. L’appuntamento è ai Disney Studios, la parte “nuova” di Disneyland Paris, realizzata nel 2002 ed ispirata al cinema, dentro sembra di trovarsi in mezzo ad un film. Il parco è aperto solo per noi, possiamo provare alcune attrazioni che sono aperte. Valeria, una collega di Rai Gulp, esperta del parco, ci conduce ad una delle attrazioni più importanti: In viaggio con Nemo. Sono delle tartarughe che corrono su un binario come quello delle montagne russe, si sale fino a quattro persone e… la tartaruga gira su stessa. Anche in questo caso l’attrazione è coperta e al buio. Valeria ci coinvolge in un servizio per il TG dei ragazzi, non capiamo cosa dobbiamo dire, ma ci invita a provare l’attrazione. Saliamo sulla tartaruga, l’inizio è tranquillissimo, “Fede, queste sono attrazioni per bambini, sono le montagne russe dei bambini”, dico dopo i primi istanti, gufata clamorosa, la tartaruga sale verso l’alto e via giù in picchiata: praticamente ci troviamo ad andare giù di spalle su una discesa da montagna russa, poi l’attrazione è divertente, soprattutto perché si gira mentre si percorrono i binari delle montagne russe. Scendiamo e Valeria ci fa registrare una sorta di intervista insieme a delle ragazzine su cosa abbiamo provato durante l’attrazione. Abbiamo una fame incredibile, finalmente il cibo, una cena piacevole con i colleghi, una foto con Topolino e Minnie e poi a letto, perché siamo veramente stanchi e domani ci aspetta la diretta.
La mattina ce la prendiamo comoda, realizziamo due collegamenti praticamente dal letto e ci presentiamo alle 9:30 a colazione. Adesso dobbiamo concentrarci sulla diretta radio del pomeriggio: dalle 14 alle 16, ci assalgono i soliti dubbi tecnici: funzionerà tutto? Troveremo tutto? Avremo portato tutto? Vedremo… intanto decidiamo, per arricchire la diretta con Marina Cipriano, responsabile Disneyland Italia, di realizzare delle interviste ai visitatori italiani del parco. Ci catapultiamo in Central Plaza accompagnati da una splendida giornata di sole, ma non riusciamo a trovare nessun italiano, ci sentiamo orgogliosi, quando chiedendo ai visitatori: “Italiano, parla italiano?”, spunta un francese che ci mostra la t-shirt di Firenze… roba da nutrire l’ego e l’orgoglio di gente provinciale come noi per settimane, se non per mesi.
Non demordiamo, qualche italiano ci sarà pure, così decidiamo di tornare davanti allo Space Mountain, perché penso “Tutti i bambini vogliono andare sulle montagne russe”. Bingo! In un’ora e mezzo intervistiamo otto gruppi italiani: ci sono gli sposi in viaggio di nozze, ci sono le famiglie, i gruppi di amici, le famiglie in gruppo… di tutto insomma, alla fine troviamo anche qualcuno di Prato e Marina di Massa. Le interviste sono da limare, ma ci lavorerò dopo, mentre Fede monterà l’apparecchiatura per la diretta. Restano comunque siparietti memorabili mentre cercavamo gli italiani da intervistare: i francesi che si arrabbiavano, quelli che volevano fare comunque l’intervista in francese, in inglese, in spagnolo e una scena mitica con una ragazza che aveva la maglia della Juventus che io ho bollato come gobba ma lei non ha capito perché inglese…
Fatte le interviste, abbiamo giusto il tempo di ammirare la parata di Natale lungo Main Street, torniamo in albergo, si cammina molto a Disneyland Paris, intanto il tempo cambia: le nuvole, prima in lontananza adesso si sono avvicinate e minacciano pioggia. Ci cambiamo, ci sistemiamo, prendiamo tutto il necessario per la diretta e arrivati nella hall ci aspettano Domenica e Pascal, in auto ci portano nel retro di Disneyland Paris, vediamo con i nostri occhi il dietro le quinte del più grande parco divertimenti d’Europa: ci sono le vecchie attrazioni, i “muletti”, dei componenti delle attrazioni in manutenzione, la regia generale. Non abbiamo tempo per soffermarci, basta aprire una porta e sei dentro Disneyland, una porta che dentro il parco non noteresti mai. Domenica e Pascal ci portano dentro un ristorante, passiamo attraverso il salone centrale, tra il buffet ed i tavoli imbanditi la gente mangia indisturbata. Arriviamo in una stanza laterale affacciata sulla Central Plaza, Federico monta l’apparecchiatura tecnica, io con il mio pc taglio le interviste, passiamo un’ora molto intesa e molto concentrati. Mentre monto penso alla trasmissione: alle cose da dire, a come dirle, all’ordine delle interviste da mandare in onda. Arriva Marina Cipriano, responsabile Disneyland Italia, tranquillissima, ci lascia lavorare, non ci dice niente. Non mangiamo, chiediamo solo acqua, Federico ha montato tutto, funziona, mancano 15 minuti al via, proviamo la portata del radio microfono, esco fuori, Fede mi dice: “Vai, vai, vai!” ma un’addetta tecnica mi ferma, “No, i radiomicrofoni no! Ci sono altre frequenze, se trasmettete sulla stessa è un problema, microfono solo con il filo”, mancano 10′ e dobbiamo risolvere un imprevisto di non poco conto: Federico monta un microfono con il filo, poi medio con la signora e le spiego “Ma noi li utilizziamo solo qui, all’interno”, lei mi risponde “Sì così va bene!”. Non mi spendo in utili discussioni sull’assurdità della cosa, penso alla diretta e dico a Fede di rimettere in funzione i radiomicrofoni. Tre, due, uno… via in diretta… “Buon pomeriggio ai radioascoltatori di RDF 102.7 da Disneyland Paris….”, è stata una grande emozione fare la prima diretta oltreconfine di RDF 102.7, Marina Cipriani è bravissima, creiamo con lei un feeling radiofonico perfetto: due ore di diretta filano via tra canzoni di Natale, le interviste, noi e Marina che raccontiamo Disneyland Paris. Diretta perfetta, alla fine mangiamo e poi torniamo in albergo. E’ giunto il momento di staccare la spina: un po’ di shopping e la scoperta del Disneyland Hotel ci distraggono un po’ in attesa del parco Disneyland che torna disponibile solo per noi 1.800 giornalisti. Viviamo lungo Main Street l’accensione dell’albero di Natale, un bellissimo gioco di luci e colori. Poi proviamo la casa dei fantasmi, un attrazione che non suscita paura ma è bellissima per le scenografie, infine ci concediamo un ultimo giro sullo Space Mountain, stavolta anche con Federico entusiasta. Mentre andiamo al ristorante noto che siamo praticamente soli, fantastica sensazione capire di avere un parco divertimenti tutto per te… la cena corre via che nemmeno ce ne accorgiamo e ci ritroviamo con dei copricapo con le orecchie di topolino che si illuminano di vari colori, ci dirigiamo tutti nella Central Plaza e, magia, le orecchie si illuminano solo di rosso e verde: il Castello della Bella Addormentata luccica, parte lo spettacolo, dedicato al nuovo film Disney Frozen: il tema dell’animazione ricorda la neve, il Natale, la pace, le canzoni, il tutto mixato da animazioni spettacolari, fuochi d’artificio e getti d’acqua, trenta minuti mozzafiato. Torniamo in camera attraversando Main Street tutta illuminata dal rosso e dal verde delle orecchie di Topolino, siamo stanchi, stanchissimi, non ci resta che dormire.
La sveglia della domenica suona alle 7, è una vita che non mi alzo a quest’ora di domenica, sistemiamo un po’ le valige e la camera, colazione veloce alle 7:30 e dieci minuti dopo siamo già in macchina per tornare a Disneyland Paris per l’ultima diretta, dalle 9 alle 10, arriviamo poco prima delle 8, il parco è ancora chiuso, ne approfitto per scattare una foto del parco completamente vuoto, questa rimarrà per sempre un ricordo. In un’ora montiamo tutto, il meccanismo è già rodato e visto che oggi facciamo solo un’ora siamo anche più tranquilli, arriva Marina e concordiamo velocemente la scaletta degli interventi, due sono obbligati perché dobbiamo raccontare la serata di ieri. La diretta passa via veloce, torna la pioggia a Disneyland Paris e finisce la nostra avventura, il resto del racconto è solo attesa, bagagli, cellulare, mail, pc, tablet e gli ultimi aggiornamenti su facebook, giusto per ricordare che Disneyland Paris piace… anche ai grandi.
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