A tre anni dall’ultimo album, Io Tra di Noi, e dopo aver portato la sua musica live in Italia e all’estero, Dente, cantautore dotato di grande originalità e nome di punta della scena musicale indipendente, torna e lo fa in grande stile QUESTA SERA al teatro Puccini di Firenze
Ulisse, Edipo, Achille. Tanto per cominciare la lista. E poi, ancora, Don Giovanni, Amleto, Woyzeck: potrebbe continuare a lungo l’elenco dei miti di ogni epoca. In ordine di tempo, fra gli ultimi acquisti della categoria, ci sono senza dubbio i Beatles. Leggenda imperitura, della musica e non solo. E – come tutte le leggende – sempre nuova, sempre fertile, sempre modellabile. Questa volta, a plasmarla, rivestirla e darle nuova vita è un più che accattivante binomio: lo stravagante talento di Neri Marcorè e l’esuberanza irriverente e magnetica della Banda Osiris. Per la regia di Giorgio Gallione, il turbine che ci avvolgerà – tra canzoni, citazioni, stralci, fantasie, sogni, azzardi e immaginifiche peregrinazioni – non potrà, in alcun modo, lasciarci indifferenti, sprofondando come un sottomarino (yellow, ovviamente) nell’oceano delle suggestioni.al teatro metropolitan di Piombino -Li mercoledi 26 marzo
il 28 marzo
VANNI PINZAUTI
L’uomo che ascoltava Nini Rosso. (Un irriducibile guerriero contro il tarlo del mondo)
Il cantautore fiorentino mette in scena i testi originali da lui scritti con Nadia Barbieri, accompagnati da sue musiche, insieme alla recotazione di Ilda Fusco, la tastiera di Stefano Barbieri, La chitarra di Lorenzo Carovani, il contrabbasso di Federico Micheli, la batteria di Lorenzo Gherardelli e il sax di Stefano Corrado.
Un viaggio forzato, un treno lento e l’assalto dei ricordi costringeranno Matilda ad affrontare il “mostro”, a combatterlo e a giungere ad un inaspettato, rumoroso e rivoluzionario finale.presso il teatrino dei Fondi a San Miniato Pisa
sempre il 28 marzo al Teatro Puccini di FirenzeMettetevi nei panni di due genitori separati, costretti a incontrarsi per l’iscrizione della figlia alla scuola media superiore. Oltre alla compilazione di un modulo, viene loro richiesto di rispondere ad un’intervista davanti ad una webcam. Ci sono tutti gli ingredienti per riprendere i vecchi litigi, tormentarsi di accuse reciproche, ricordare tradimenti e rimpianti, scoprire nostalgie e farsi imbarazzanti domande sul futuro.
Perché, se è vero che il passato non è sempre come te lo ricordi, è altresì vero che il futuro non è mai come te lo immagini. Un’intuizione drammaturgica perfetta, per un testo intitolato, non a caso, “open day”: sullo sfondo del brillante (e tagliente) dialogo, ci immaginiamo, per tutto il tempo, la figlia quattordicenne, evidentemente figlia di due eterni adolescenti. E la risata si tinge d’amaro.
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