Temeva di essere licenziato questo il motivo per cui Massimo Donatini, 43 anni, operaio in una cartiera a Porcari, stamani, secondo quanto lui stesso ha raccontato ai carabinieri, ha ucciso il suo caporeparto Francesco Sodini, 52 anni.
Donatini, che abita a Capannori con la famiglia, ha raggiunto in auto il quartiere di Lucca dove abitava il suo capo, ha atteso che scendesse per prendere la macchina e recarsi al lavoro e gli ha sparato diversi colpi di pistola.
L’omicidio sarebbe avvenuto davanti a testimoni, tra cui la moglie dello stesso Sodini che si è affacciata alla finestra dell’abitazione dopo aver sentito gli spari.
L’uomo avrebbe premeditato l’omicidio, rubando al padre la pistola, una calibro 9×21, sembra regolarmente denunciata.
Sul posto è subito arrivata la polizia per i rilievi, mentre l’operaio poco dopo si è consegnato al comando provinciale dei carabinieri dove si trova tuttora. Il fratello della vittima è un ispettore di polizia in servizio alla questura di Lucca.
Il caporeparto ucciso era responsabile del settore caldaie negli stabilimenti di Diecimo e Porcari delle cartiere del gruppo Lucart. E’ quanto si apprende da alcuni dipendenti delle cartiere rimasti scioccati dall’omicidio.
La crisi, spiega chi lavora nelle cartiere, si è fatta sentire anche nel settore ma per gli stabilimenti Lucart non ci sono situazioni di gravi difficoltà. Al 31 marzo scorso si è chiusa una procedura di mobilità che ha interessato una sessantina di persone nei tre stabilimenti.
Sul posto polizia e carabinieri per compiere una serie di accertamenti. I dipendenti della cartiera dove Donatini lavorava continuano a dirsi increduli e ripetono che “non hanno mai visto licenziamenti” come diceva di temere l’operaio.
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