“Fiesoli teorizzava l’omosessualità tra minori come pratica per superare la fase adolescenziale e per sostenere il confronto con le donne definite troie e puttane”.
Lo ha detto il pubblico ministero Ornella Galeotti nella sua requisitoria al processo Forteto, nel quale il fondatore della comunità del Mugello Rodolfo Fiesoli è accusato di violenze sessuali e altri 22 componenti del gruppo sono imputati per maltrattamenti. Ai membri del Forteto negli anni sono stati affidati decine di ragazzi per decisione del tribunale dei minori. Ma i metodi della comunità, sostiene il pm, prevedevano la “denigrazione sistematica della famiglia di origine per accentuare il distacco, ottenuto anche con la censura sulla posta e l’interdizione a telefonare”. L’obiettivo sarebbe stato anche quello di convincere i ragazzi che “gli atti omosessuali che subivano da Fiesoli e da altri erano a fin di bene”. Ornella Galeotti si è soffermata sulla “fiducia completamente irrazionale ed eccentrica” delle istituzioni nel Forteto e nelle sue capacità educative, quando già nel 1978 si verificano i primi arresti tra i promotori della comunità, sfociati in una condanna definitiva a Fiesoli e al suo collaboratore Luigi Goffredi nel 1985. Inoltre il pm ha ricordato che negli anni ’70 Rodolfo Fiesoli veniva segnalato come esibizionista a Prato: “mostrava il membro ai giovani del quartiere La Querce”, ha detto il pm. Per questo “non si capisce come possa esser poi stato accreditato pochi anni dopo di attitudini educative. E da chi, e perché”.
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