Ha giurato sui suoi figli Fausta Bonino, l’infermiera in carcere a Pisa con l’accusa di aver ucciso volontariamente tredici pazienti ricoverati a Piombino.
Bonino ha professato la sua innocenza rispondendo per circa due ore e mezzo alle domande del gip Antonio Pirato, accompagnato dal procuratore capo Squillace Greco e dal pm Massimo Mannucci. Con Bonino anche il suo avvocato Cesarina Barghini, che ha chiesto i domiciliari per la sua assistita. Sulla richiesta la procura esprimerà un parere entro due giorni. L’avvocato Barghini contesta le accuse all’infermiera: “Se la costruzione dell’impianto accusatorio venisse confermata, ovvero che a uccidere quelle persone non siano state generiche colpe mediche ma l’azione intenzionale di qualcuno il serial killer sarebbe ancora libero di colpire. Perché la mia assistita è assolutamente innocente”. Critiche anche alla gestione delle indagini: “Ci chiediamo perché la procura e i carabinieri del Nas abbiano scelto di non impiegare le telecamere in reparto per queste indagini. Se ci fossero state si sarebbero potute salvare tre persone ed evitare tre decessi”. E ancora: “Su almeno otto-nove decessi, avvenuti prima delle segnalazioni fatte dal reparto ospedaliero e dunque dell’apertura delle indagini, non vi è alcuna certezza e occorre fare ulteriori accertamenti anche di carattere tecnico scientifico prima di poter trarre le conclusioni”. Ma nel frattempo il quadro si aggrava e ci sarebbe un quattordicesimo decesso sospetto: la morte del 62enne elbano Luciano Giudicelli sembra presentare analogie con gli altri tredici casi. Intanto la Regione Toscana ha costituito la Commissione di valutazione del rischio clinico, che entro due settimane stilerà una relazione preliminare su quanto accaduto nel reparto di rianimazione a Piombino.
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