Il 16 luglio 2016 Bruce Springsteen concludeva il suo The River Tour al Circo Massimo di Roma. Un’atmosfera mozzafiato che ha incantato tutti gli spettatori ed il cantante stesso, che verso la fine del concerto ha reso omaggio alla incredibile location che aveva accolto lui e la sua E Street Band ed ha ringraziato il loro “grande promoter, che ci ha portati qui”. Non appena nominata la figura del promoter si sono levati dal pubblico applausi e grida, perché quel promoter con il suo impegno e la sua dedizione è riuscito a farsi amare dalle persone.
Quello stesso promoter si chiama Claudio Trotta ed ha appena pubblicato un libro in cui ha racchiuso i ricordi della sua straordinaria carriera. Un’autobiografia piena di grandi nomi dal titolo No pasta No party – I miei 40 anni di musica dal vivo in Italia. Quarant’anni passati insieme alla sua Barely Arts, fondata nel 1973 e mai più lasciata, con cui ha organizzato grandi concerti e spettacoli dal vivo di artisti del calibro di Bruce Springsteen, AC/DC, Lenny Kravitz, Kiss, Sting, Mika, David Bowie, Guns N’ Roses, Iron Maiden, Aerosmith, Stevie Wonder, The Cure, Metallica, Phil Collins, Bryan Adams, Pearl Jam, Ligabue, Negramaro, J-Ax, Renato Zero, Francesco De Gregori, Piero Pelù, Gianna Nannini, Tiziano Ferro e tanti, tanti altri e livello nazionale ed internazionale, tutti con estrema professionalità e successo. Tutti raccontati nella sua autobiografia dal punto di vista inedito del backstage.
Una vita in cui la passione per il suo lavoro è sempre stata fortissima, accompagnata dalla filosofia del sognatore, anche in tempi come questi dove non è quasi più permesso esserlo perché troppo legati all’unico pensiero di fare solo business. Tutto questo si legge tra le righe della sua No pasta No show che è soprattutto il racconto di una passione intramontabile, appunto, una dichiarazione d’amore nei confronti della Musica e della Bellezza, elementi fondanti del suo modo d‘intendere il lavoro, dove anche il rapporto umano con gli artisti ha un suo peso.
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