È uno dei prodotti di spicco dell’Italia: nella coppetta, nel cono, nella vaschetta, nella cialda, nella brioches… Ovunque preferiate mangiarlo, il gelato ha sempre quel dolce sapore italiano che lo ha contraddistinto fin dalle origini.
Anche il brevetto del cono porta un nome italiano, quello dell’emigrante marchigiano Italo Marchioni, che agli inizi del secolo scorso si era stabilito a New York. Marchioni divenne ben presto conosciuto per le strade della città dove vendeva gustosi ghiaccioli al limone serviti in un bicchierino di vetro.
Il prodotto funzionava, l’unico problema era proprio il supporto. I bicchierini, infatti, spesso si rompevano o non venivano restituiti. Come spesso accade, il bisogno aguzzò l’ingegno di Marchioni, che pensò di sostituire il vetro con un foglio di carta piegato a forma di cono, che rese pratico da trasportare il gelato, in modo che potesse essere mangiato anche passeggiando.
Visto il successo del nuovo cono, Marchioni si ingegnò per trovare un supporto che fosse non solo pratico ma anche commestibile, dal sapore perfettamente abbinabile a quello del gelato. Dopo alcuni tentativi finalmente trovò la soluzione perfetta: una cialda friabile da piegare a forma di cono e lasciar raffreddare prima di servirvi il gelato. La produzione industriale dei coni partì dal 1912, inizialmente tutti arrotolati a mano.
Così il 13 dicembre del 1903 Italo Marconi si guadagnò il brevetto del celebre cono gelato, uno dei prodotti più amati della storia. Anche se l’invenzione viene riconosciuta a lui, comunque, sono stati trovati riferimenti a forme “primordiali” di cono gelato già nel XVI secolo, quando si usava mangiare i gelati insieme a delle ostie di pane, oltre che nei libri di ricette della scrittrice inglese Agnes Marshall, risalenti al 1888.
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